MAYORS FOR PEACE

 

Città di Palermo                                                                                                

                                                                                                          GruppoConsiliare                                                                

Prot. n.84                                                                                             Palermo, 14 febbraio 2014

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Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Seduta di Consiglio Comunale sulla giornata mondiale contro la violenza sulle donne, 25 novembre. Approvata all'unanimità mozione che appronta nuovi strumenti e misure per la prevenzione della violenza contro le donne.



COMUNE DI PALERMO

MOZIONE

OGGETTO:

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Il 25 novembre 1960 le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. L'assassinio delle sorelle Mirabal è ricordato come uno dei più truci della storia dominicana.

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SLOT MOB – CITTADINI MOBILITATI PER IL BUON GIOCO


COMUNE DI PALERMO

CITTA' PER LA PACE

 

GRUPPO CONSILIARE

ORA PALERMO - SEDIEVOLANTI

Piazza Pretoria n. 1 90100 Palermo

Telefono: 091.7402276 -  Fax: 091.7402290

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                                                                               Palermo, 9 ottobre 2013

 

MOZIONE

        

 

SLOT MOB – CITTADINI MOBILITATI PER IL BUON GIOCO

(no alle slot machines)

 

PREMESSE

Un paese dove si spendono circa 1260 euro procapite, (neonati compresi) per tentare la fortuna che possa cambiare la vita tra videopoker, slot-machine, gratta e vinci, sale bingo. E dove si stimano 800mila persone dipendenti da gioco d'azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio. Un fatturato legale stimato in 76,1 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere, mantenendoci prudenti, i dieci miliardi di quello illegale. E' “la terza impresa” italiana, l'unica con un bilancio sempre in attivo e che non risente della crisi che colpisce il nostro paese.

Benvenuti ad Azzardopoli, il paese del gioco d'azzardo, dove quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare. Ben 41 clan che gestiscono “i giochi delle mafie” e fanno saltare il banco. Da Chivasso a Caltanissetta, passando per la via Emilia e la Capitale….

(…) Numeri, storie, analisi del dossier non svelano la soluzione di un giallo perché, semmai, il colore che prende l’impresa è il nero. Per i risvolti in chiaroscuro, per le numerose zone d’ombra di un sistema complessivo, quello dei giochi d’azzardo, che, curiosamente, ma non troppo, in un paese in crisi come l’Italia, funziona e tira. È un settore che, cifre alla mano, offre lavoro a 120.000 addetti e muove gli affari di 5.000 aziende, grandi e piccole. E mobilita il 4% del Pil nazionale con il contributo, secondo le stime più attendibili, di circa 36 milioni di italiani, fosse anche solo di quelli che si limitano a comprare il tradizionale tagliando della Lotteria Italia, peraltro in netto calo alla fine del 2011 (-15%). Se hanno giocato almeno una volta 36 milioni di italiani a quanti il gioco ha cambiato in meglio la propria vita? Non disponiamo di statistiche, ma non stenterete a credere che la percentuale è infinitesimale. I giocatori moderati sono rimasti nel guado dell’ordinaria amministrazione mentre centinaia di migliaia di italiani sono scivolati nella patologia. È una constatazione sociale, di rara semplicità, abbastanza forte sui danni dell’azzardo, senza scivolare nel catastrofismo.

(…) Se analizziamo gli ultimi dati riferiti ai mesi di ottobre e novembre 2011, il primato per il fatturato legale del gioco spetta alla Lombardia con 2miliardi e 586 mila di euro, seguita dalla Campania con un miliardo e 795 mila euro. All'ultimo gradino del podio il Lazio con un miliardo e 612 mila euro. Nella cinquina entrano anche l'Emilia Romagna con un miliardo e 106mila euro e il Piemonte con 964mila euro. Soldi che girano grazie alle 400mila slot machine presenti in Italia, una cifra enorme, una macchinetta "mangiasoldi" ogni 150 abitanti, un mini casinòtablet in giro per i nostri quartieri. Più esattamente, al 23 ottobre 2012 i nulla osta rilasciati erano 415.000 a fronte di 379.00 apparecchi da intrattenimento ufficialmente a regime. Dunque, in ragione di queste cifre eloquenti, non aspettatevi l’identità di un colpevole ma, almeno, quella di un complice sì. Ed è lo Stato. Che fa la parte del biscazziere, asseconda l’industria del gioco nelle sue derive più eversive, ma, di più, incentiva l’apertura di sempre più nuovi fronti per aumentare il gettito.

(…) Non sono solo numeri: dietro ci sono storie, fatiche, speranze che si trasformano per tanti in una trappola psicologica ed economica. A subire le conseguenze della crescente passione dello Stato per “il gioco” sono i cittadini, con costi umani e sociali che di certo superano i guadagni in termini monetari per le casse pubbliche.

(…) Secondo una Ricerca nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani del novembre 2011 curata dall’Associazione “Centro Sociale Papa Giovanni XXIII”, e coordinata dal CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo), volta ad indagare le abitudini al gioco d’azzardo è stimato che in Italia vi siano 1 milione e 720 mila giocatori a rischio e ben 708.225 giocatori adulti patologici, ai quali occorre sommare l’11% dei giocatori patologici minorenni e quelli a rischio. Il che significa che vi sono circa 800 mila dipendenti da gioco d’azzardo all'interno di un'area di quasi due milioni di giocatori a rischio. I giocatori patologici dichiarano di giocare oltre tre volte alla settimana, per più di tre ore alla settimana e di spendere ogni mese dai 600 euro in su, con i due terzi di costoro che addirittura spendono oltre 1.200 euro al mese”. (Associazione LIBERA – gennaio 2012)

CONSIDERATO CHE

Da quello che emerge dalle notizie e dai dati riportati in premessa, tratti dal dossier “Azzardopoli , il paese del gioco d'azzardo, dove quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare", condotto e pubblicato dall’Associazione “LIBERA” nel 2012, appare evidente la necessità di affrontare, senza volerlo aborrire, il gioco d’azzardo nella sua complessità ma ancor di più l’aspetto patologico dell’azzardo con le sue conseguenze e ricadute sociali ed economiche. Il gioco d’azzardo patologico, negli anni, è stato oggetto di molteplici inchieste, ricerche ed iniziative condotte a vari livelli da esperti e studiosi in tutto il mondo che ne hanno tratteggiato, appunto, il suo aspetto sociale collegato alla salute pubblica ed alla legalità, e identificato strategie d’intervento a livello normativo, educativo e culturale, per prevenire e contrastare il fenomeno il più possibile.

TENUTO CONTO CHE

Cresce sempre di più la dipendenza patologica dal gioco d’azzardo, soprattutto fra i giovani e le persone anziane, i cui effetti devastanti, oltre che compromettere e minacciare la vita e le attività del giocatore, si ripercuotono inevitabilmente sulle famiglie di appartenenza e sulla società. Dai diversi studi e ricerche emerge, infatti, che il gioco d’azzardo patologico provoca disturbi psicopatologici, cure e spesa di denaro pubblico, disturbi relazionali e aumento di violenza in famiglia, erosione del patrimonio economico personale e familiare, licenziamenti da parte del datore di lavoro per mancanza di fondi e/o per scarso rendimento sul lavoro, usura, spaccio di stupefacenti, furti, indebitamenti.  Gli effetti del gioco d’azzardo patologico, pertanto, assumono caratteristiche sociali e non più solo individuali e come tali vanno prevenute, prese in carico e curate dalle Istituzioni.

ATTESO CHE

Diversi sono i fattori che contribuiscono ad aumentare il numero di giocatori d’azzardo patologico quali:

  1. la predisposizione alle dipendenze patologiche;
  2. la fragilità personale e sociale;
  3. il basso reddito;
  4. la recessione economica che induce i giocatori a sperare soccorso nel gioco come unica fonte di guadagno e di cambiamento del proprio tenore di vita;
  5. l’assenza di lavoro e/o la precarietà del lavoro;
  1. il desiderio di provare nuove e più forti emozioni;
  2. l’isolamento sociale;
  3. l’ingerenza della criminalità organizzata, che vede nel gioco d’azzardo lecito ed illecito e nelle slot machines, una fonte di guadagno diretta ed indiretta ed un circuito privilegiato per il riciclaggio del denaro sporco, dell’usura e dello spaccio della droga;
  4. la pubblicità martellante ed ingannevole dell’industria del gioco d’azzardo che attecchisce sulle persone più a rischio;
  5. la crescita esponenziale e varia delle proposte di gioco, anche on-line, delle sale gioco e della collocazione delle slot machines nei bar e negli esercizi commerciali preposti.

TENUTO ALTRESI’ CONTO CHE

  • L’Organizzazione Mondiale della Salute, nel 1980, riconosce nel gioco d’azzardo compulsivo “una forma morbosa chiaramente identificata e che, in assenza di misure idonee di d’informazione e prevenzione, può rappresentare, a causa della sua diffusione, un’autentica malattia sociale
  • In Italia, però, il giocatore d’azzardo patologico non può essere inserito in alcun programma di recupero e cura in strutture pubbliche perché il nostro ordinamento non ha ancora recepito le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Salute e perciò il gioco d’azzardo patologico, non facendo parte dei Livelli Essenziali di Assistenza, non può essere riconosciuto come una dipendenza.
  • Molteplici sono i disegni e le proposte di legge presentate in materia di gioco d’azzardo concernenti la cura dalla dipendenza dal gioco d’azzardo, il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo e della pubblicità ingannevole, il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività illecite collegate al gioco d’azzardo, la tutela dei minori, l’obbligo di informazione relative alle dipendenze derivanti dal gioco d’azzardo. Per citarne alcuni:
    • Proposta di legge presentata il 13 marzo del 2012 dall’on. Laura Garavini ed altri firmatari
    • Proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo “Disposizioni per il divieto del gioco d’azzardo” promossa dal partito Italia dei Valori, con raccolta firme su tutto il territorio nazionale, a partire dallo scorso agosto.
    • Decreto Balduzzi, approvato il 31.10.2012, che pone dei limiti al gioco d’azzardo, soprattutto a tutela dei minori e destinati al contrasto del gioco minorile, raddoppiando i controlli annui  negli esercizi dove sono collocate le slot machines, vietando la pubblicità e gli spot al cinema ed in tv durante i film e le trasmissioni per i ragazzi, imponendo dei limiti di collocazione di slot machines in prossimità di zone sensibili come scuole, ospedali o luoghi di culto.
    • Ø In atto, nella città di Palermo, esiste un ambulatorio specifico dell’ASP per la cura della dipendenza da gioco d’azzardo, il CEDISS – Gap & Nuove Dipendenze, che opera dal 2006 con ottimi risultati. Le informazioni sul CEDISS e sui SERT dell’ASP di Palermo, indicate nella scheda di seguito riportata in appendice, vuole essere rappresentativa di tutto il lavoro e l’impegno messo in campo dai professionisti, che operano nonostante la mancanza di risorse umane e specifici fondi economici per le cure da dipendenza da gioco d’azzardo, così come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Salute.

RITENUTO CHE

Il recente “Decreto Balduzzi”, pur avendo posto dei limiti e dei divieti al gioco d’azzardo significativi, non riesca a garantire un reale intervento di contrasto, di cura e di cambiamento culturale. Gli addetti ai lavori come pure le associazioni ed enti promotrici di campagne contro il gioco d’azzardo ritengono infatti che il riconoscimento della dipendenza da gioco d’azzardo come patologia da curare presso i servizi pubblici per le dipendenze non sia stata accompagnata da una adeguata regolamentazione e copertura finanziaria tale da consentire l’effettivo inserimento del gioco d’azzardo patologico nei Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA) garantiti dallo Stato.

I limiti alla pubblicità sono parziali perché destinati solo ai minorenni.

Il limite di distanza per la collocazione di giochi e macchinette in prossimità di scuole, ospedali e chiese sia insufficiente.

RITENUTO ALTRESI’ CHE

Sia opportuno che lo Stato, le Istituzioni e le comunità locali, in un ottica di salute pubblica e di legalità:

  • effettuino una corretta informazione circa il gioco d’azzardo in generale e sulle possibili dipendenze che da esso possono scaturire, che faccia da contraltare ad una pubblicità sempre più martellante da parte dell’industria del gioco la quale si presenta quasi come un ente di beneficenza, che fa intravedere nel gioco d’azzardo solo svago e divertimento, facili ed immediati guadagni, ricchezza e cambiamento dello status sociale per ogni giocatore;
  • mettano in atto strategie ed iniziative di prevenzione coordinate con il Servizio Sanitario Nazionale per i soggetti a rischio e di protezione per i minori;
  • predispongano interventi di cura e riabilitazione;
  • adottino leggi più specifiche ed efficaci sia sul fronte della regolamentazione del gioco d’azzardo sia sul fronte sanitario.

CONSIDERATO ALTRESI’ CHE

In molte città italiane sono state effettuate iniziative contro il gioco d’azzardo: a Genova è stata  promossa una petizione popolare per la regolamentazione delle sale da gioco videolottery e slot machines; a Milano è stata istituita la “Rete no slot”, un coordinamento contro il gioco d’azzardo a cui fanno parte circoli Arci, singoli cittadini, custodi sociali e Consigli di zona. Inoltre, da una proposta avanzata da tre professori di economia, nasce “Slot mob – cittadini mobilitati per il buon gioco” iniziativa promossa da un coordinamento di circa 50 realtà diversa fra associazioni, organizzazioni, centro studi e fondazioni di tutta Italia, il cui scopo è quello di contrastare il gioco d’azzardo e premiare gli esercenti che hanno deciso di non collocare le slot machines all’interno dei loro esercizi commerciali sia con l’incremento della clientela sia con la pubblicizzazione della loro scelta.

Le azioni della campagna Slot mob, così come definite dal coordinamentovertono su tre punti principali:

  1. Richiedere una legge che limiti e regolamenti seriamente il gioco d’azzardo nell’interesse non delle lobby ma dei cittadini, soprattutto i più vulnerabili;
  2. Non aspettare i tempi, a volte troppo lunghi della politica, ed agire subito, e soprattutto insieme, dando vita ad uno Slot mob, recandoci insieme a fare colazione in un bar che ha scelto la disinfestazione dalle slot e/o altri giochi d’azzardo;
  3. Curare il cattivo gioco con il buon gioco, che è sempre un bene relazionale, organizzando, in concomitanza dello Slot mob, un torneo di calcio balilla.

Diverse sono, quindi, le iniziative contro il gioco d’azzardo previste in varie città italiane fra cui anche Palermo, e le prime città da cui partirà a fine settembre lo Slot mob saranno Biella e Milano.

I partecipanti alla Slot mob si ritroverannoa fare colazionein un bar, scelto nella propria città, chesia “deslottizzato” cioè senza slot e senza altri giochi scommesse e lotterie e, daranno vita a tornei di calcio balilla o ping pong  in prossimità del bar.

 

IL CONSIGLIO COMUNALE

si impegna e impegna

IL SINDACO

  1. Ad aderire all’iniziativa nazionale “Slot mob – cittadini mobilitati per il buon gioco” che si terrà nella città di Palermo il prossimo novembre.
  1. A pubblicizzare sul sito istituzionale l’iniziativa  Slot mob ed il marchio etico “Questo è un locale NO SLOT!!! Apprezzalo!”

Inoltre, si impegna e impegna

IL SINDACO

quale massima autorità sanitaria locale ed in qualità di rappresentante dello Stato ad adoperarsi concretamente, attraverso l’utilizzo dei canali istituzionali, per:

  1. Promuovere l’istituzione, a livello centrale, di un fondo per la prevenzione, cura e riabilitazione dalle dipendenze da gioco d’azzardo.
  2. Prevedere incentivi e/o sgravi fiscali per i locali che al loro interno non abbiano slot machines.
  3. Chiedere agli organi di governo nazionale e regionale, per quanto di competenza, di introdurre nell’ordinamento italiano il riconoscimento del “gioco d’azzardo patologico”, così come inserito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità fra le dipendenze patologiche e, come tale, definito dallo stesso “malattia sociale”.
  4. Dare mandato al settore competente di emettere apposito atto deliberativo contenente norme che regolamentino la diffusione e la promozione del gioco d’azzardo, e che proibiscano la pubblicità “ingannevole” per il gioco d’azzardo che come tale inciti a praticare il gioco d’azzardo.
  5. Disporre che nessun materiale, inerente iniziative collegate o patrocinate dal Comune di Palermo  e che nessuna sua pubblicazione sui mezzi di informazione e comunicazione (sito, periodico di informazione comunale ecc.), sia veicolo di pubblicità del gioco d’azzardo o di esercizi commerciali che al loro interno abbiano slot machines, lotterie e giochi scommesse.
  6. Regolamentare, a livello locale, le disposizioni relative all’apertura ed alla gestione dei locali deputati al gioco, e vigilare affinchè vengano rispettate le relative prescrizioni.
  7. Potenziare i controlli e vigilare affinché vengano rispettate le norme vigenti per la prevenzione ed il contrasto del gioco d’azzardo patologico ed illegale, le misure di tutela dei minori e dei soggetti vulnerabili, segnalando agli organi competenti i casi di abuso e di pubblicità ingannevole
  8. Predisporre risorse permanenti - finanziarie e formative – in raccordo con il Servizio Sanitario locale, per la promozione di iniziative e campagne di sensibilizzazione e di informazione sul gioco d’azzardo e sulle reali possibilità di vincita personale, più in generale, e sul rischio di dipendenza da gioco patologico, al fine di favorire i cambiamenti culturali della cittadinanza, con particolare riguardo alle giovani generazioni ed ai soggetti potenzialmente a rischio di dipendenza.
  9. Elaborare e promuovere nelle scuole e nelle comunità per minori programmi educativi ed iniziative didattiche che diano le giuste informazioni sul gioco e sulle dipendenze derivate dal gioco d’azzardo.

 

 

  LA CAPOGRUPPO

Antonella Monastra

 

 

 

APPENDICE

 

Chi sono

Antonella Monastra è palermitana e nata nel ‘56. E’ ginecologa responsabile del Consultorio Familiare ...
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